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venerdì 14 giugno 2013

Bici anonime che hanno fatto la storia del ciclismo

Quando oggi si parla di biciclette buone o di marca si fà sempre riferimento a quei quattro marchi soliti che hanno anche aanoiato. Il caso vuole però che per la quotidianità non ci affidiamo ad essi, sarebbero sicuramente meta dei ladri se lasciate legate al palo e così andiamo a caccia delle biciclette anonime. Le bici anonime sono spesso matrigne di bici di marca se non superiori a quelle di marca. Non a caso infatti non ostante i loro cinquant'anni ancora sono funzionanti, comode e anche se non in ottime condizioni meccaniche ci portano a destinazione fino a cadere a pezzi. Soffermandosi e con pazienza cercando di rimetterle in quadro da questi ruderi vengono fuori delle bellissime bici, come una fenice dalle ceneri. Sicuramente il loro scopo nella società moderna è quello di essere "bici da palo", ma per noi appassionati sono proprio dei gioiellini.
Oltre a qualche notizia non esiste più niente e mi piacerebbe raccogliere notizie e fare un'elenco di marchi di biciclette anonime in modo da poter dare a tutti informazioni sul cavallo che stiamo per cavalcare.

MORANDO : ditta fondata da Oreste Morando abile costruttore di biciclette dal 1939 al 1954, successivamente con la morte del padre il figlio si diede alla distribuzione dei ciclomotori. Le biciclette prodotte erano tecnologicamente avanzate. La bianchi chiese a Oreste Morando di disegnare e produrre alcune biciclette da passeggio iniziando in quel periodo con l'uso dei primi cambi Campagnolo a parallelogrammi.




ASPES : fondata a Gallarate sul finire degli anni '50 da Teodosio Sorrentino la denominazione Aspes deriva dalla abbreviazione, Aspesi della moglie. La fabbrica nacque per la costruzione delle biciclette, riscuotendo un grosso successo nelle vendite per le forme e le rifiniture molto particolari senza abbandonare la qualità dei materiali. Nel 1960 la fabbrica viene convertita per la costruzione dei motocicli e ancora oggi si distingue per la produzione di scooter ibridi ultimamente la produzione di e-bike.



GLORIA : Questo marchio è uno dei più importanti per il mondo del ciclismo, nel 1922 Alfredo  Forcesi fonda a Milano la Gloria senza avere la consapevolezza che sarà la fucina ispiratrice e formativa dei maggiori talenti italiani come Faliero Masi ed Ernesto Colnago, che proprio negli anni '30 iniziano a lavorare alla Gloria. Già dagli anni '20 le biciclette Gloria si riconoscono per le finiture di pregio e dalle tipiche congiunzione a fiore, particolari che molti artigiani riporteranno sulle loro bici solo a partire dagli anni '50. Fiore all'occhiello, considerata una delle biciclette più belle al mondo è la "Garibaldina".
Se qualcuno avesse notizie su qualche marchio da integrare o marchi da segnalare scriveteci pure



MASI : tra il '32 e il '45 fonda la fabbrica che successivamente sarà rasa al suolo dai bombardamenti, ma la sua formazione professionale arriva dalla partecipazione artigiana presso il laboratorio artigianale della Compostini a Sesto Fiorentino, dove con il cannello di saldatura ha scritto pagine memorabili della storia del Ciclismo. Non ostante il grosso danno dei bombardamenti non si scoraggia e in men che non si dica rimette tutto in piedi. Faliero costruirà biciclette per i migliori corridori,la sua morte avviene nel 2000 ma lascia lo scettro al figlio che continua tuttora la missione del padre con la stessa cura.


WILIER : questo marchio ancora oggi si vede anche se spesso viene da pensare sia straniero. Il nome Wilier Triestina è legato doppiamente a sentimenti nazionalistici infatti la scritta era l'acronimo di WIVA  L'ITALIA LIBERA E REDENTA. In seguito nel 1945 per ridare vigore alla martoriata città di Trieste paese d'origine di Dal Molino, il proprietario, si aggiungerà al marchio la scritta Triestina. Sono gli anni fiorenti della produzione delle biciclette e i successi della wilier partita da una fucina di cavalli d'acciaio dalle rive del Brenta, sono innumerevoli anche se si fermano nel '52 quando le case di produzione di bici pagano lo scotto del progresso costringendo alla chiusura. Oggi fortunatamente il marchio soprvvive grazie al riacquisto del marchio dei fratelli Gastaldello di Rossano Veneto, fieri di riportare in auge una della più importanti casa di biciclette.




GALMOZZI : Galmozzi era un ottimo telaista che insieme al Forcesi aveva fondato la Gloria, anche se comunque rimane nella sua piccola bottega a cucire sui ciclisti un telaio su misura, è il periodo in cui il telaio non ha una misura standard ma diverso in funzione del conduttore. Lui giocherà sul nome creando un marchio con un galletto appolaiato su un mozzo. Tra gli anni 50/70 non crea molti telai ma sicuramente pezzi  unici  e pregiati molto ricercati dai collezzionisti.




BENOTTO : il marchio nasce a Torino grazie all'impegno di un ciclista, Giacinto Benotto di 24 anni. La produzione arriva negli anni '30 a livelli record. Negli anni della difficoltà,  anni '50, decidono con la moglie di  spostare la produzione delle biciclette in Messico dove faranno la loro fortuna senza però rinunciare a continuare a seguire i più importanti corridori : Cino Cinelli , Francesco Moser e molti altri. Oggi continua la tradizione sempre nei paesi latini divenendo per noi pezzi unici e rari




GANNA : Luigi Ganna inizia ,dopo una lunga carriera agonistica che lo rende un tuttuno con la bicicletta, nel 1912 la produzione di biciclette, che arrivano tra l'altro ssul podio della vittora non più come corridore ma come marchio con Carlo Oriani. Il successo è doppio come atleta famosissimo e come produttore. Il marchio viene acquistato nel 1985 dalla Giubilato Cicli srl.







CONFENTE : difficile sapere chi è Mario Confente visto che effettivamente ha prodotto in tutto solo 135 biciclette, eppure è considerato uno dei migliori telaisti mai esistiti e le sue biciclette ancora oggi si distinguono. Ex corridore dopo una brutta caduta iniziò a dedicarsi a tempo pieno alla costruzione delle bici che produceva per i suoi ex compagni. La sua reputazione cresce talmente tanto che alcuni marchi come Bianchi e Masi gli commissionano la produzione delle bici che sono entrate nella storia, senza però portare il suo nome. Quando Faliero Masi nfatti aprirà lo stabilimento in America, manderà Confente a sopraintenderlo e a istruire gli operai per la produzione di 2.200 biciclette. Confente apre un suo laboratorio negli Stati Uniti dove riscuote un successo e alla sua morte di lui rimangono solo le 135 biciclette prodotte di cui 124 da strada e 11 da corsa che ovviamente sono dei capolavori. Muore purtroppo giovane all'età di 34 anni.




DEI : costruì la sua prima bicicletta nel 1896, Umberto Dei nella sua bottega, anche se purtroppo la mancanza di fondi gli permise di costruire biciclette di pregio solo per pochi amici e conoscenti che pagavano, volentieri, anticipatamente il costo dei materiali. Ovviamente oltre ad essere un costruttore era anche un corridore, e la maggior soddisfazione del piazzamento al secondo posto dietro il Minozzi nel 1897 era prevalentemente data dal fatto che la bici con la quale aveva corso era autocostruita. Nel tempo ebbe degli ottimi riconoscimenti dai compagni per la capacità che aveva sviluppato nel costruire bici leggere, e come nel suo piazzamento con orli leggeri. Inizia così l'ascesa di Umberto Dei e comincia a ricevere onoreficenze e ordini anche da nomi delle corse stranieri, diventando noto in tutto il mondo. Purtrtoppo nel 1943 i bombardamenti distruggono gran parte della fabbrica che lui cercherà, visto anche lo stato avanzato degli anni di rimettere in quadro.



POGLIAGHI : Un altro artigiano lombardo, un marchio che i fratelli Rossin hanno deciso di non usare più. Nipote del famoso Brambilla telaista di Milano, inizia giovanissimo alla sola età di 11 anni ad armeggiare sui telai fino a quando si deciderà ad aprire una bottega tutta sua. Nono costruisce molte biciclette l'anno sopratutto perchè normalmente non usa dime e stampi, tranne quando doveva fare biciclette tutte uguali. Sforna i primi tandem da corsa, tutti interamente fatti a mano con dei giunti speciali costruiti da lui. Sante Pogliaghi ha nel suo catalogo: quattro modelli per la pista, due per la strada e i tandem da corsa. Fino agli anni 70 lavora da solo producendo solo un centinaio di bici all'anno, poi la sua officina si allarga e assume sei operai portando la produzione a circa un migliaio di pezzi. Sostanzialmente l'impronta che dà ai suoi operai è la stessa metodologia di lavoro che aveva lui, come se fosse quel rituale a rendere le sue biciclette speciali. Su tutte le bici sulla pipa di sella si può ancora oggi trovare l'inconfondibile marchio PSM : Pogliaghi Sante Milano. Pogliaghi Sante muore nel 2000.



LEGNANO : Vittorio Rossi inizia nel 1902 con la Lignon la produzione di biciclette che si dimostra da subito un marchio vincente, divenendo così d'interesse di un imprenditore Emilio Bozzi che aveva già rilevato la Frejus e la Perla. E' il 1908 quando la Legnano entra nel mondo di tutti i giorni con la produzione di biciclette da corsa e da passeggio di tutti i giorni. Il primo modello prodotto si chiama Aurora. Nel 1924 grazie al periodo del fascismo quando la Legnano grazie a Alberto da Guissano e Binda che cambiano molte cose: al di là delle vittorie riscosse cambia anche il marchio e il colore. Si passa così dalle iniziali allo stemma del condottiero inizialmente in ottone e affisso sul tubo dello sterzo fino agli anni settanta, quando sarà sostituito dagli adesivi, mentre per il colore passa al ramarro dal verde oliva. I telai Legnano sono facilmente riconoscibili da una caratteristica: il bullone ferma sella è posto nella parte anteriore del piantone verticale. Il giovane imbianchino Alfredo Binda si rivela un vero campione che porterà molte vittorie alla Legnano fino a una brutta caduta che frena la sua carriera, mentre sempre più forte diventa la sfida con la Bianchi. Tanti sono i nomi noti che porteranno alla vittoria come Fausto Coppi e Baldini. Nel 1970 in un attentato perde la vita Emilio Bozzi ad opera di un gruppo terroristico, inizia così il periodo di declino dell'azienda di cui la famiglia non vuole rilevare la gestione e dopo una serie di trattative viene ceduta alla Bianchi, da tempo sua rivale. La bianchi sarà a sua volta rilevata dalla Cycleurope che deciderà di mantenere i marchi per la prima  (bianchi) biciclette di pregio e più belle mentre per la seconda (Legnano) produzioni economiche di basso livello.


BOTTECCHIA : Ottavio Bottecchia friulano del 1890 è stato un ciclista italiano su strada, la sua carriera è stata segnata da tantissimi successi. Partecipò alla prima guerra mondiale come bersagliere ciclista insignito con la medaglia di bronzo al valor Militare. Finito il conflitto si fece notare da Luigi Ganna (di cui abbiamo già parlato) che in quegli anni aveva vinto il Giro d'Italia. Da quando inizia a correre sia che con una scuderia che senza ,il successo è sicuramente assicurato tanto in Italia che in Francia e con i successi arrivano anche i soldi   con ottimi guadagni. Viene menzionato anche nel cinema da Totò nel film "Totò e Peppino divisi a berlino" dove il principe De Curtis lo elenca tra i grandi d'Italia. Nel 1926 prende accordi con Teodoro Carnielli per iniziare a fare il fabbricante di biciclette, grazie alla sua carriera di corridore è un ottimo progettista sia di biciclette da corsa che da passeggio e dopo la sua morte, avvenuta il 3 giugno 1927, la famiglia Carnielli porterà avanti l'attività che sarà sempre in continua espansione. La sua morte è avvolta da un'alone di mistero in quanto fù trovato agonizzante per la strada, e dopo un ricovero dopo 12 giorni morì. Qualcuno parlò di un attentato e due persone si auto accusarono della sua aggressione, visto sopratutto il suo antifascismo.


COLNAGO : Ernesto Colnago nasce nel 1932 in una famiglia di contadini, tanto che aiuta il padre nei campi. Nel 1945 viene assunto in una fabbrica di biciclette, la Gloria, come aiuto saldatore, ma purtroppo per iniziare a lavorare sono richiesti 14 anni e così viene falsificata la data di nascita. La sua giovane età non gli evita il rigore del lavoro tanto che lui ricordava un'episodio nel quale il saldatore al quale era stato affidato, in un momento di distrazione le aveva diretto la fiamma del cannello sulla mano..: " Da quella volta nel lavoro feci sempre attenzione!" Inizia a correre all'età di 14 anni anche se durante la Milano- Bussoleno cade e si procura una brutta frattura e dovendo rimanere a casa ingessato la Gloria gli permetterà di montare le ruote a casa. Dopo aver lasciato la Gloria prende un piccolo locale dove inizierà a costruire biciclette inizia così una lunga carriera come imprenditore dove i successi conseguiti sono molteplici:
- 1955 iniziano le corse con le sue bici;
- 1965 la prima forcella a freddo;
Un uomo innovativo fin dall'inizio decide di sottomettere la geometria dei telai d'epoca a cambiamenti radicali
e crea un connubio tra le  bici da corsa e da strada. Fino a quel momento infatti il disegno del telaio era largo, una base lunga per le ruote e il sellino, solo qualche centimetro sopra il sellino. La Colnago oggi è rimasta una fabbrica italiana gestita dalla famiglia con fatturati molto alti