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sabato 17 novembre 2012

LA FIAB VICINA ALLA VICENDA DI ALTEA

Riporto a tutti Voi una mail mandatami da un carissimo amico della Federata Fiab di Torino, Bici e dintorni, che trovo molto significativa:


Gentili amici,

con molta tristezza, dolore e rabbia, trasmettiamo il comunicato che la
FIAB onlus - Federazione Italiana Amici della Bicicletta, tramite il
responsabile FIAB nazionale alla Sicurezza Edoardo Galatola, ha diffuso in
relazione all'ennesimo dramma della follia automobilistica, avvenuto
domenica 11 novembre a Casalmaiocco, con una ragazza di 17 anni in
bicicletta travolta e barbaramente uccisa da un SUV sulla strada
provinciale Sordio-Bettola.
*Quanto accaduto ieri va oltre il dolore, la rabbia e ogni possibilità di

sopportazione.
È lo scontro tra due visioni del mondo: da un lato un gruppo di scout in
bicicletta, portatori di un gioioso rispetto per l'ambiente e il
territorio, dall'altro il conducente di un mezzo, incongruentemente
sovradimensionato, che potremmo definire un blindato, che non rispetta
limiti di velocità, padrone della strada e sorpreso per la presenza di
"ostacoli umani" che ne intralciano il percorso.

Sono due visioni del mondo antitetiche. Non si tratta di mostri
occasionali, che possono tranquillizzarci dell'eccezionalità del caso:
fanno invece parte di una assurda, patologica quotidianità che molti
considerano normale. Le migliaia di morti che ogni anno si verificano sulle
nostre strade, in particolare tra pedoni e ciclisti, sono vittime di una
tragica normalità. Ci sono responsabilità. E molto gravi.

Responsabilità nel tollerare mezzi incompatibili con le strade che
percorrono; responsabilità nel considerare i limiti di velocità come
"opzionali" e nel non perseguirne sistematicamente la violazione;
responsabilità nel punire blandamente o addirittura non punire affatto
comportamenti palesemente criminali.

È infatti veramente difficile non riconoscere in questa ennesima tragedia
stradale la fattispecie di Omicidio Volontario, fondata sul "dolo
eventuale" di chi "pone in essere una condotta sapendo che vi sono serie
probabilità che essa produca un evento integrante un reato, e ciononostante
accetta il rischio che tale evento si verifichi".

Se quindi il modello di riferimento che vogliamo è quello di città e paesi
in cui la vita conta poco, un mondo in cui le responsabilità non esistono e
la strada è "off-limits" per le persone e va percorsa con mezzi blindati
che non rispettano le regole (in questo caso, i limiti di velocità),
possiamo continuare a far finta di nulla, e magari persino colpevolizzare
chi usa la bicicletta anziché starsene chiuso in casa.

Se invece vogliamo ritornare nel consesso europeo allora dobbiamo dire con
forza da che parte stiamo, trovare inaccettabile quanto successo, punire i
criminali, far rispettare i limiti di velocità sempre, senza sciocchi
buonismi, ringraziare questi ragazzi per il loro messaggio di speranza e
futuro e chiedere che almeno Altea non sia morta invano.

La FIAB sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile nel
procedimento penale che sarà aperto per questo omicidio. Ma tutti devono
prendersi le loro responsabilità per cercare di cambiare, di fare in modo
che questa guerra sulle strade abbia finalmente termine!

Addio Altea. Con strazio ti chiediamo scusa per non essere riusciti a
impedire questa tragica conclusione per la tua giovane vita.

Il responsabile nazionale sicurezza FIAB, Edoardo Galatola
Il consiglio Direttivo di Ciclodi-FIAB
*
Vi prego di diffonderla. Grazie!

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