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giovedì 26 luglio 2012

Le ferrovie tedesche: DB Bahn

Al contrario delle Ferrovie Italiane che non si impegnano minimamente per sostenere e incentivare l'uso delle bicicletta, anzi ne limitano il numero sui nostri treni regionali, le Ferrovie tedesche DB Bahn fanno molto di più, purtroppo. Infatti nessuno ne è a conoscenza, ma già da tempo sulle nostre rotaie passano i treni delle ferrovie tedesche che fanno fermata in alcune stazioni. Il prezzo del loro biglietto, ovviamente, non è assolutamente paragonabile al nostro (nel rapporto costo percorrenza), senza parlare del tipo di servizio e le vetture. Ovviamente non chiedete informazioni presso le biglietterie o le stazioni perchè nessuno saprà dirvi niente. Di fatto per le Ferrovie Italiane questi treni sono dei fantasmi. Un trasporto low cost che bisogna prenotare su internet e per tempo, infatti salendo al volo sul treno all'ultimo momento il conto è un pò più salato del low cost, ma offrono la possibilità di fare il biglietto sul treno. Insieme a loro si sono schierati anche i colleghi della Obb ferrovie Austriache che forniscono lo stesso tipo di servizio con prezzi molto bassi.  Ma non si limitano a fare trasporto passeggeri ma anche una sorta di info viaggiatori turistica, anche per noi ciclisti. Organizzano e pubblicano infatti nelle ricorrenze e nelle festività treni in offerta che ti portano a visitare i posti più belli. Visto che siamo in tema di vacanze vi consiglio di dare un'occhiata a questo link:
http://www.bahn.com/i/view/ITA/it/services/overview/viaggi-con-la-bici.shtml

http://www.obb-italia.com/

domenica 22 luglio 2012

Ruote della bici rumorose

A volte, sopratutto nelle bici datate o che utilizziamo su strade miste , può capitare che facciano un rumore di rotolamento alternato a degli scricchiolii. La prima operazione da fare è quella di smontare la ruota e afferrando la parte filettata del mozzo della bicicletta verificare che non ci sia gioco. Questa operazione si può effettuare afferrando con due dita l'alberino, dove si avvita il dado di fissaggio della ruota, tirandolo verso l'alto e verso il basso noteremo se avrà una notevole escursione. In caso di escursione dovremmo stringere i coni che tengono le sfere di rotola mento, diversamente dovremmo smontare l'alberino, recuperare le sfere, pulire la sede e rimontare il tutto. Vediamo la procedura di ripristino totale:
1. Dove abbiamo l'alberino di fissaggio del dado abbiamo un dado piatto seguito da una rondella e un nuovo dado con una forma diversa rispetto al precedente chiamato cono.
2. Con una chiave piatta a misura terremo fermo il nostro cono e svitiamo il controdado che segue la rondella dopo il cono;
3. Senza sfilare tutto l'alberino, mattiamo un foglio o un giornale pulito e ponendoci sopra svitiamo prima il controdado, la rondella e poi completamente il cono, facendo però molto attenzione a tenere la ruota vicino al nostro giornale in modo tale che le sfere che ne dovessero fuoriuscire non vanno perse;
4. Finito di recuperare le sfere dal lato sinistro o destro, contiamo il numero di sfere (solitamente pari) e girando la ruota dal lato opposto sfiliamo completamente l'alberino senza svitare il cono opposto, recuperiamo le sfere anche da questo lato e le contiamo;
5. Puliamo le sfere verificando che siano intere e non siano rigate o danneggiate altrimenti sono da sostituire;
 6. Con uno straccio asciutto e un piccolo cacciavite andiamo a pulire la sede in cui alloggiavano le sfere, ovvero il mozzo delle ruota dove sono ancorati i raggi. Per facilitare la pulizia possiamo utilizzare dello sgrassante spray, che comunque asciugheremo minuziosamente con uno straccetto;
7. Prendiamo un barattolo di grasso minerale e lo mettiamo in abbondanza nella sede di rotolamento delle sfere, questa operazione và fatta prima dal lato dove abbiamo sfilato l'alberino con il cono che non abbiamo svitato;
8. Mettiamo una punta di grasso sul dito e recuperando una sfera alla volta la portiamo all'interno della sede, il grasso le terrà ferme tra di loro evitandole di cadere;
9. Sistemate tutte le sfere da un lato abbondantemente ingrassate, spostiamo la ruta dalla posizione orizzontale mettendola in verticale per poter mettere tutte  le sfere dal lato opposto;
10. Verificate bene con il dito che le sfere ci siano tutte e tra di loro non ci siano spazi lasciati da sfere mancanti, e senza disturbare la stasi delle sfere infiliamo il nostro alberino;
11. Avvitiamo quindi il cono libero e arrivati al fondo lo serriamo delicatamente con le dita facendo ruotare l'alberino e verificando la mancanza di gioco e quindi la necessità di stringerlo ancora un pò o allentarlo, meglio un pò più libero che troppo serrato;
12. Verifcato la giusta calibratura (senza oscillazione e con una liearità eccelente in rotazione) con la chiave piatta teniamo fermo il nostro cono e dopo aver inserito la rondella avviteremo il controdado, senza permettere al cono e all'alberino di muoversi;
Facendo girare l'alberino della ruota noteremo che quel rumoraccio non c'è più e possiamo rimontare la nostra ruota.
Su alcune ruote posteriori è necessaario per questa operazione togliere il pacco pignoni ma la procedura è la stessa.


sabato 21 luglio 2012

ESITO DELLA FIACCOLATA IN MEMORIA DI GIAN MATTEO

DOMANI SERA ALLE ORE 22,00 APPUNTAMENTO IN PIAZZA PALAZZO DI CITTA'

A TORINO PER UNA FIACCOLATA IN MEMORIA DI GIAN MATTEO. 


Quando vado a queste manifestazioni, sono sempre un pò emozionato, sarà la paura della commozione e ieri sera mi sono commosso. Non chiedetemi, come hanno fatto, chi c'era e come si chiamava, a parte qualcuno e i giornalisti, ho visto solo dei ciclisti che non indossavano nessuna pettorina di associazione, ma che con un composto silenzio, scambiavano delle opinioni su questo macabro evento, accendevano una candela o rimanevano in silenzio avvolti dal suono delicato dei tanti campanelli delle bici che facevano da sfondo. A tutti anche quelli che non conoscevano Gian Matteo, importava solo che era un ciclista, anche se occasionale, che aveva diritto di poter attraversare sulla pista ciclabile senza perdere la vita. Sicuramente il fato ci mette del suo, ma se la vita fosse affrontata in maniera diversa, il conducente dell'auto avrebbe potuto sicuramente rimandare l'evento. Non voglio prendere le difese, ma sicuramente una persona che si costituisce è una persona che ha una coscienza, chissà sul momento cosa gli è passato per la testa o cosa stava vivendo comunque sia ha fatto la cosa migliore. Chi và in bici quando cade si fà male ma non danneggia nessuno se non se stesso, al massimo può rigare una portiera o rompere lo specchietto di una macchina, ma per chi utilizza l'autovettura è il contrario: oltre alla possibilità di farsi male c'è la possibilità di fare del male agli altri utenti della strada. Non dimentichiamoci che una bicicletta pesa al massimo 12 kg una macchina molto di più. Le automobili oramai sono entrate nella vita comune, ma sono sempre un oggetto che spesso per varie cause può diventare incontrollabile.
Un corteo di ciclisti è partito successivamente da P.zza palazzo di città per una pedalata commemorativa, appropriandosi di tutto lo spazio di cui avevano bisogno, come a simboleggiare un giro per la città a Gian Matteo ma stavolta senza rispettare assolutamente le piste o i segnali stradali, noi ti abbiamo portato nel nostro cuore in giro per la città che ti ha voluto e che sempre ti ricorderà con affetto. Non sono mancati, ovviamente, i maleducati che non hanno assolutamente rispettato il raccoglimento delle persone del corteo, ma questo fà parte di quelle innumerevoli persone che rappresentano un pericolo per i ciclisti e per tutti gli avventori della strada. Il ritorno ha visto un momento di profonda commozione sopratutto quando al suono dei campenelli si è aggiunto un fragoroso ma pacato applauso.
Non dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per avere un momento così profondo di raccoglimento, non dobbiamo permettere che queste cose accadano ancora, ma sopratutto non dobbiamo dimenticare mai e fare in modo che questo ieri e la morte di Gian Matteo sia l'inizio di un cammino per la sicurezza di tutti e non un vano sacrificio.

domenica 15 luglio 2012

che fine ha fatto l'auto ad aria?


L'auto ad aria è... volata via
Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?
VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E'
IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA
QUESTA DEVE DAVVERO FARE IL GIRO DEL MONDO!
Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per
diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la
"Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria
compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina,
leggerissima ed ultraresistente.
Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e
funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata
d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il
compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa,
che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la
manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo
allestimento più semplice.
Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di
richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo
stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava
di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina,
dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione,
da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un
certo momento in poi non si hanno più notizie.
Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.
Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla
fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto
OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte
le persone che hanno visto, hanno passato parola,hanno usato Internet per far circolare
informazioni.
Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei
risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.
Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore
rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi
continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono
attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto.
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di
anno in anno.
Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da
pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli
uomini indipendenti.
La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben
progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio,che sia semplice e
fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza.
Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui
parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della
Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le
grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica
mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo...., facciamo girare queste informazioni!!!
LA GENTE DEVE SAPERE!!!!!!!

sabato 14 luglio 2012

"Ciao Giorgia : quando neppure la morte fà notizia"

Riporto in modo completamente integrale quanto scritto dall'amico Paolo Pinzuti, in quanto non credo sia il caso di fare un riassunto ma di riportarlo e farlo girare per sensibilizzare e far conoscere a tutti come realmente stanno le cose.



C’è una notizia che non ha fatto notizia. Sto parlando della morte di Giorgia Graziano.
Giorgia aveva 13 anni, è stata investita da un’auto mentre attraversava la strada in bicicletta per andare a scuola a controllare i risultati dell’esame di terza media, appena superato con il massimo dei voti. Il suo corpo è stato sbalzato a 15 metri dal luogo dell’impatto, poi la corsa verso l’ospedale, due settimane di agonia, finché non c’è stato più niente da fare.
È morta ieri e la sua scomparsa è stata accompagnata dal silenzio più assordante. Quasi tutta la stampa ha accuratamente omesso di riportare la notizia, forse i giornalisti del nostro Paese erano troppo occupati a parlare del cane Lennox, del presunto figlio di Balotelli e della Fico, degli amori di Belen e del ritorno in politica di Berlusconi.
L’omicidio di una ragazzina di 13 anni è stato evidentemente considerato come “non rilevante” o incapace di stimolare l’interesse del pubblico. Eppure se le avessero sparato o le fosse scoppiata accanto una bomba le telecamere di tutta Italia sarebbero immediatamente accorse per mostrare la macchia di sangue ancora visibile sull’asfalto o il tabellone della scuola con il suo nome in bella vista.
Trovo il silenzio della stampa sconcertante, omertoso, soprattutto perché un caso come questo si presta perfettamente al tipo di sciacallaggio mediatico a cui siamo abituati in Italia: già mi immagino la gigantografia del volto della ragazzina sul maxischermo di Porta a Porta e un eccitatissimo Bruno Vespa armato di bacchetta pronto a indicare il plastico innanzi a sé per ricostruire la dinamica dell’incidente; l’intervista in esclusiva al disgraziato che l’ha investita e che adesso non riuscirà a chiudere occhio, divorato dal rimorso, per i prossimi 10 anni. Gli ospiti in studio sarebbero poi la ciliegina sulla torta: il conduttore si rivolgerebbe prima al rappresentante del ministero dei trasporti per chiedere “ma andare in bicicletta è davvero così pericoloso?” e poi all’esperto di urbanistica “era possibile evitare questo incidente?” e via disquisizioni sulla velocità di progetto della strada teatro dell’omicidio. A questo punto Vespa chioserebbe con un “ma quindi realizzando dei rallentatori all’altezza dell’attraversamento, si sarebbe potuto evitare questa tragedia! Chiediamo all’ufficio competente del Comune perché l’attraversamento in sicurezza non è stato realizzato” e l’inviato lì, pronto col microfono a rimbalzare la domanda. L’assessore del Comune si arrampicherebbe sui vetri per trovare una scusa che non regge, per poi finire dando la colpa al patto di stabilità che non offre la possibilità di realizzare lavori di ripensamento delle strade, nemmeno quelli preventivati dal 1982.
Il provocatore di turno in studio evidenzierebbe allora l’evidente: “la maggior parte delle nostre strade non sono state progettate per tutelare le persone, ma per essere percorse in velocità” e questa affermazione farebbe immediatamente insorgere il perito pronto a evidenziare che il conducente guidava un’auto ormai antiquata e inefficiente e che magari era affetto da una qualche forma di miopia e aveva bevuto mezzo bicchiere di vino e poi aveva l’autoradio accesa che lo distraeva. Ma intanto qualcun altro solleverebbe subito la questione: “ma se il patto di stabilità  e la spending review obbliga i Comuni, le Province e le Regioni a rivedere attentamente il proprio budget, è possibile che le velocità massime debbano essere riviste al ribasso a causa della poca manutenzione delle strade?”. Panico e imbarazzo in studio.
La morbosissima trasmissione, fiore all’occhiello del giornalismo trash italiano avrebbe però portato sotto gli occhi di tutti una necessità imminente: riprogettare le nostre strade e ripensare gli incroci più pericolosi. Esattamente quello che chiede il secondo punto del manifesto di #salvaiciclisti.
Forse aprire il vaso di pandora della morte di Giorgia innescherebbe un circolo virtuoso (o vizioso) di domande a cui dare risposta che sarebbero veramente difficili da gestire: per i direttori dei giornali e dei tg è più facile pubblicare servizi sulla cellulite della Gregoracci, sul caldo così caldo che non ha mai fatto così caldo e sulle ultime alleanze politiche di partiti senza programma.
Si fa meno fatica e con questo caldo, poi…
Ciao Giorgia.
RIFLETTIAMO ATTENTAMENTE! 

martedì 10 luglio 2012

LE BICI AMMORTIZZATE

Spesso nascono delle discussioni sull'efficacia dell'uso di una bici biammortizzata o meno. Abbiamo rivolto questa domanda a un esperto di mountain bike che ci ha risposto così :
"Ricordiamo innanzitutto che i principali ammortizzatori sono le gambe e le braccia. Per questo la tecnica di guida non cambia molto a seconda che stiamo pedalando su una bici rigida, front o bi-ammortizzata. Con una bici rigida il ciclista deve essere pronto ad assorbire ogni asperità del terreno usando solo braccia e gambe. La fatica sarà certamente maggiore. Con una front si deve cercare di mantenere sempre la massima aderenza della ruota anteriore: si carica il manubrio spostando leggermente in avanti il peso ( basta abbassare un pò le spalle) per tenere la ruota schiacciata a terra . La full aiuta il ciclista perchè è lei che assorbe le asperità del terreno. Tuttavia le escursioni degli ammortizzatori sono limitate, in genere molto meno di una spanna,non dobbiamo pertanto rinunciare all'azione ammortizzante delle braccia e delle gambe. Un conducente irrigidito su una bicicletta è sempre controproducente.Pur essendo necessario caricare il manubrio anteriore, per garantire l'aderenza della ruota anteriore, il peso non deve essere sbilanciato in avanti rischiando di lasciare il carro posteriore alleggerito, rischiando di perdere l'aderenza della ruota posteriore. Se da un alto la bi-ammortizzata facilita la progressione, d'altro canto richiede una maggiore sensibilità di guida. Infatti se ci troviamo su asfalto e dobbiamo affrontare una salita la cosa migliore, nel caso in cui c'è,è agire sul blocco dell'ammortizzatori eliminando dissipazioni di energie e scomode escursioni, ovviamente su una strada sconnessa faremo l'esatto contrario"
Grazie al Sig. Marco de Mtb travel e Buona Pedalata.