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giovedì 7 giugno 2012

Impianto di illuminazione : La dinamo

Spesso ci siamo trovati a discutere sulla visibilità dei ciclisti e sul fatto che spesso sono sprovvisti di segnali catarifragenti e luminescenti. Ultimamente vanno di moda queste lucine a led o quelle normalmente alimentate a pile, in un caso o nell'altro le pile si possono scaricare e può capitare di dimenticare di sostituirle. Nelle bici di una volta c'erano le dinamo che creavano una resistenza alla pedalata e così spesso venivano disattivati.


LA DINAMO è una macchina rotante che trasforma un lavoro meccanico in energia elettrica continua, con due polarità positiva e negativa (o neutro). Essa è costituita da un magnete permanente posto sul rotore e una serie di spire e lamierini che formano lo statore. Per rotazione non parallela ma angolare del campo magnetico generato dal rotore con un circuito chiuso da un utilizzatore lampadina/e avremo un passaggio di corrente.
Sostanzialmente noi dalla dinamo vediamo attaccato solo un cavo e non capiamo spesso come mai la nostra lampadina non si accenda. Ebbene sulla lampadina sempre e comunque le fasi da attaccare sono due: una sul fondo nella parte nera e l'altra nella parte metallica dove abbiamo l'avvitatura. Su qualsiasi tipo di batteria abbiamo il polo positivo e un polo negativo in quanto il circolo degli elettroni và dal punto a potenziale più alto a un punto a potenziale più basso. La cosa importante è avere un potenziale alto che corrisponde all'uscita della dinamo e un potenziale basso a zero o meglio a terra rappresentato dall'attacco sul telaio della bici, questo è il motivo per cui vediamo un solo cavo attaccato sulla dinamo. Se questo cavo per un motivo qualsiasi si taglia e tocca sul telaio ecco che il circuito si chiude prima escludendo le nostre lampadine.

Sulle bici di oggi spesso la dinamo è integrata nel mozzo della ruota anteriore e l'attrito che genera è inpercettibile al contrario delle bici di una volta così come spesso sopratutto nei fari posteriori le lampadine tradizionali vengono sostituite da lampadine a led con una potenza inferiore e un effetto luminoso anche quattro volte superiore, avendo la possibilità di usufruire di una basetta elettronica che accumula l'energia elettrica per 5 minuti in caso di sosta. Questo tipo di lampade sono poco adatte per l'illuminzione anteriore in quanto non riescono a generare una proiezione luminosa sufficiente da rendere visibile la strada in lontananza.

Il problema del famoso cavo che se ne andava a spasso per tutta la bici può essere tranquillamente risolto utilizzando un conduttore e incollandolo nella parte inferiore del nostro telaio ricordando sempre di usare un collante che sia anche un'ottimo isolante.

con una buona dinamo montata e un semplice impianto elettrico potremmo rendere la nostra bici bella sia di giorno che di notte e goderci in una tutta tranquillità la frescura delle notti estive. Un piccolo sforzo in più ma almeno mi illumino di più.

domenica 3 giugno 2012

Nasce il logo della Ciclofficina Popolare Cecchi Point

Il logo che abbiamo deciso di utilizzare per identificare la nostra Ciclofficina Popolare, riassume i loghi delle tre Associazioni che la compongono: 1. la grafica principale dedicata alla associazione Muovi Equilibri alla quale noi apparteniamo; 2. la mano ferrata che impugna la chiave meccanica simbolo delle Ciclofficine Popolari e di tutte quelle battaglie che Massa Critica opera per il rispetto dei Ciclisti e della mobilità ecosostenibile, scopo indissoluto della nostra presenza; 3. il simbolo del Cecchi Point struttura che ci ha messo a disposizione gli spazi che ci consentono di svolgere questa attività. E' la prima volta che abbiamo realizzato un logo a mano libera, proprio per rimanere sul tema della semplicità e della genuinità di quello che ci proponiamo di fare per tutti i ciclisti e per l'ambiente.

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