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sabato 11 febbraio 2012

Ma servono davvero le norme per i ciclisti?

Ultimamente siamo sempre lì a pretendere i diritti per tutti coloro che vanno in bici. Sembra quasi pretendere, un volere, un comportamento obbligatoriamente rispettoso. Dimentichiamo però che spesso si rischia di cadere nella situazione dove l'avere deve corrispondere a un dare. Sono dell'opinione che questo favoloso mezzo ci ha sempre accompagnato nella vita, fin dalla tenera età, i ricordi dei genitori di quando ci hanno staccato, una alla volta, le rotelle dovrebbero essere ancora vivi dentro di noi. Insegnamenti di rispetto della posizione sulla strada, delle macchine che circolavano sulla strada, dell'attenzione nell'attraversare gli incroci e guardare sempre a destra e sinistra prima di attraversare la strada. Mi ricordo che l'insegnamento principale dei miei era quello di mettere sempre del buon senso quando ero in giro. Il buon senso corrisponde alla salvaguardia dell'individuo nel rispetto degli altri. Questo concetto sembra, oggi, completamente svanito. Spesso chi và in bici, sono persone che guidano che non  mettono assolutamente buon senso: ho la precedenza e passo io poi se ti vengo addosso e sfascio la macchina pazienza!!! Allucinante!! Dimenticavo che ci sono le assicurazioni e i risarcimenti!! Allucinante!!! Andare in bici è libertà, rispetto e buon senso. Spesso lasciare attraversare una persona, far passare una macchina o aiutare un altro ciclista in difficoltà, oltre ad essere un grosso segno di civiltà intellettuale fà anche molto bene allo spirito. Non abbiamo bisgno di leggi per tutelarci, noi ciclisti sappiamo come comportarci e come tutelarci, chi ha sempre vissuto la bicicletta sà mettere il buon senso intellettuale nel rispetto della strada e del nostro mezzo.

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