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sabato 25 febbraio 2012

Tiraggio dei raggi della bici

Ho ricevuto delle mail di richiesta in merito alla spiegazione della registrazione dei raggi e del quando farlo.

La registrazione dei raggi, si esegue quando andando in bici notiamo che la ruota anteriore non è proprio dritta, nel sentire un andamento anomalo sotto la sella o in caso di rottura di un raggio. Infatti nell'ultimo caso, rompendosi un raggio gli altri vanno fuori posto, per cui è necessario provvedere alla registrazione.

Procedura di registrazione:
1. togliere camera d'aria e copertone dal cerchio dopo aver smontato la ruota;
2. appendete la bici su un cavalletto o mettetela nella solita posizione sotto sopra;
3. con la chiave "tiraraggi" cercheremo la misura giusta;
4. daremo un quarto di giro di avvitamento a tutti i raggi per sincerarci di una tensione uguale su tutti;
5. metteremo un pezzo di carta tra due raggi a caso scelti per avere un punto di inizio di rotazione;
6. utilizzando i tacchetti dei freni, faremo girare la ruota per cercare i punti in cui il cerchio è ondulato;
7. se l'ondulazione si avvicina al tacchetto sinistro tireremo il gruppo di raggi di destra e viceversa;
8. prima di decidere se tirare o allentare, si possono afferrare i raggi come se fossero delle corde di chitarra vedendo il movimento del cerchione.ATTENZIONE i raggi non devono essere mai troppo morbidi, meglio che siano ben tesi ma non eccessivamente.

Questa operazione và eseguita con calma sentendo molto la rotazione della chiave e della forza che si imprime su di essa. Terminato faremo girare il cerchio facendo un punto della situazione. La rotondità della rotazione della ruota è fondamentale sopratutto per la stabilità della bici.
Rimontate camera d'aria e copertone e buon viaggio.

sabato 18 febbraio 2012

BICI USATE COME COMPRARE


 L'inverno lentamente si allontana e per noi amanti della bici cominciamo a riattrezzarci.
Oggi è veramente difficile comprare una buona bicicletta nuova i prezzi spesso sono decisamente elevati e così spesso ci si affida al mondo dell'usato. Come possiamo fare per capire la qualità di quello che stiamo per acquistare? Cercherò in modo molto sintetico di darvi qualche consiglio per valutare meglio.
Iniziamo dalla valutazione del TELAIO verifichiamo quindi che sia dritto e nel caso in cui si tratti di un telaio in alluminio o leghe dove ci sono le classiche saldature sulle giunzioni che siano regolari e non ci siano crepe. Nel caso di mountain bike estreme o full verificate anche la parte di telaio che rimane nella parte inferiore dove è alloggiato il movimento pedali: di solito chi si avventura nelle petraie è il punto in cui potreste trovare righe o ammaccature.
La maggior parte delle biciclette oggi hanno la forcella ammortizzata e nel caso delle full anche l'ammortizzatore centrale. Andiamo quindi a verificare che gli steli della forcella non presentino sul pistone righe o ammaccature, che i paraolio e le guarniture non siano secche e screpolate. Non ci siano perdite di olio sia nella parte superiore che in quella inferiore. Un punto che non mente mai è la parte inferiore della forcella (dove abbiamo l'attaco della ruota) consumato rigato e bollato. Nel caso dell'ammortizzatore centrale ,potrebbe essere ad aria o ad olio, mandiamolo quindi a pacco e facciamolo tornare su non dovremmo sentire nessun rumore strano, verifichiamo quindi lo stato della molla o di eventuali perdite d'olio nello stelo centrale. ATTENZIONE se durante queste prove vi dovesse capitare di sentire un rumore tipo risucchio potrebbe essere imputabile ad una presenza di aria o alla scarsa qualità dell'olio messa nell'ammortizzatore. Tutte le forcelle hanno un pò di gioco, ma attenzione un pò di gioco, rutotate di 90° lo sterzo appoggiate il petto e fate affondare la forcella di 4-5 cm e verificate il gioco. Una forcella scarica di olio o con troppo gioco rende la bici ingovernabile.
Verifichiamo che il movimento centrale,attacco dei pedali, non abbia gioco: teniamo fermi i pedali e facciamo forza in movimento opposto su di essi devono essere fissi, in caso anche di minimo movimento non fatevi imbambolare dal fatto che devono essere stretti, una guarnitura che ha lavorato con gioco è da sostiture insieme al movimento e alla pidivella. Visto che ci siamo per avere una contro prova dell'uso che è stato fatto diamo anche una controllata anche alle corone anteriori. Nel caso in cui sia una o siano tre la procedura è sempre la stessa: non devono presentare i denti appuntiti, spezzati e l'interspazio tra una corona e l'altra deve essere uguale. Spesso nelle mb le corone anteriori sono quelle che prendono maggiormente colpi, che si ripercuotono inevitabilmente sul movimento e la pidivella. La verifica del forcellino del deragliatore ci deve coprire l'occhio: essere dritto e non presentare troppi graffi sopratutto fatti da attrezzi tipo pinze o quant'altro, così come le viti del registro non devono presentare la testa rovinata segno di continue regolazioni selvaggie. La catena della trasmissione si può verificare portandola su una delle corone esterne e tirandola a noi e non deve venire in fuori più di mezzo centimetro, da questa misura in poi e da SOSTITUIRE!!!!!!
Controlliamo ora i mozzi e le ruote. Afferrando la ruota anteriore o posteriore e facendole fare un'escursione laterale NON DEVE PRESENTARE ALCUN GIOCO! Anche nel caso di vecchi cerchi di fattura Shimano che avevano le sfere,dove si potevano strigere le sedi per eliminare il gioco sono comunque da sostituire in quanto una bici che su una ruota ha viaggiato con del lasco ha le sedi e le sfere compromesse. Nel caso di bici con freni V-Brake è importantissimo verificare che i cerchi nella superficie dove lavorano i pattini  siano dritti e non presentino gobbe o avvallamenti. Posizionamo, facendo molta attenzione un dito sul telaio o sullo stelo della forcella toccando con la punta sul cerchio dove agisce il pattino facciamo girare la ruota: NON DOBBIAMO TROVARE DIFFORMITA' o gobbe!!!!! Nel caso di freni a disco andremmo a verificare le tenute olio che dovranno essere asciutte , lo stato di usura dei dischi e delle pastiglie. Ovviamente anche le guaine devono essere in buono stato per cui niente screpolature o terminali sulle leve arrugginiti o sfilacciati. Afferrando una coppia di raggi possiamo verificarne la tensione, ed essere sicuri che non ce ne siano di rotti, devono avere tutti la stessa tensione spesso il fatto che una ruota sia storta  dipende proprio da quello, ma un buon ciclista può fare miracoli.
La parte più delicata e importante è il pacco pignoni della ruota posteriore che come nel caso di quella anteriore non deve presentare denti aguzzi o un interspazio tra corona e corna differente. Pensate che la catena di trasmissione deve alloggiare in uno spazio dove fondamentalmente non DEVE MUOVERSI! Il forcellino del cambio deve essere perpendicolare al terreno, questo nella spernza che chi vi stà vendendo la bici abbia già provveduto senza però che non presenti nessun tipo di danneggiamento e che l'oscillazione della gabbietta del cambio sia di pochi millimetri, afferratela con due dita e verificatelo con attenzione. Se il passaggio da un rapporto all'altro non è preciso e le nostre verifiche hanno dato esito positivo, anche per quanto riguarda le viti di registro presenti sulla gabbietta, potete non preoccuparvi il cambio si può regolare.
Valutiamo per cui lo stato della sella e dei suoi supporti in modo tale da farsi un'idea di un'eventuale riparazione.
Anche i copertoni la dicono lunga non devono essere troppo consumati e screpolati. Ricordate che i raggi UVA deteriorano in modo precoce lo stato dei copertoni, che tendono ad irrigidirsi.
Bene ora vi siete fatti un'idea per quanto concerne eventuali riparazioni che sono state effettutate e all'uso che è stato fatto di questo prodotto,traendo la conclusione se è il caso di concludere l'affare.
Buona Pedalata
 

lunedì 13 febbraio 2012

Anche io aderisco all'iniziativa SALVACICLISTI per non dimenticare MAI

Sono convinto che ormai il programma di Salvaciclisti è stato sufficientemente diffuso, ma è importante perchè aderire e diffondere questa iniziativa. Ecco le parole possono diventare quasi ripetitive e monotone ma credo che la lettera del Presidente della Federata Fiab Ciclobby di Milano di tempo fà, sono convinto sia importante da riproporre per NON DIMENTICARE MAI!!!!

Ancora una volta siamo qui a chiederci come è possibile. Come è possibile che si debba morire così facilmente in strada, a Milano. Morti banali, eppure spesso così prevedibili ed evitabili.

A farne le spese è stato ieri sera, dopo le 21, un ragazzino di solo dodici anni che, in via Solari, era in sella alla sua bicicletta, non distante dalla madre. Rientrava a casa dalla parrocchia, dicono.

Per evitare l’impatto con la portiera di un’auto in sosta aperta all’improvviso, o forse anche da questa urtato, il dodicenne ha sbandato occupando la corsia dei mezzi pubblici lungo la quale stava arrivando il tram, che lo ha investito in pieno, trascinandolo per alcuni metri e uccidendolo.

Siamo vicini al dolore della famiglia per questo strappo irreparabile.

E’ inaccettabile vivere in una città dove un genitore non possa augurarsi che il proprio figlio faccia la cosa più normale di questo mondo: andare in bici all'oratorio.

Certo, si potrà dire che ieri sera vi è stato un concorso di circostanze: il buio, la pioggia intensa che riducono la visibilità, richiedono maggiore attenzione e rendono più difficili le manovre di emergenza.

Ma resta il fatto che, da anni, quella strada è un vero pericolo, ripetutamente denunciato.


Via Solari è pericolosa tutti i giorni, nelle ore diurne non meno che in quelle serali, con la pioggia e col sole.

Anche oggi, nonostante la nuova e chiara segnaletica verticale e orizzontale, le auto sono posteggiate, senza soluzione di continuità, in sosta vietata, lungo la carreggiata di scorrimento delle auto.

E persino in una situazione di evidente e totale mancanza di spazio, vi è pure chi si ferma in doppia fila per il caffè, l’aperitivo, la piccola spesa.

Due file di auto in sosta vietata! Con il risultato che anche la corsia del mezzo pubblico è sempre impegnata da mezzi privati.

A queste situazioni occorre avere il coraggio di dire basta, reagendo concretamente!

Agli assessori Maran e Granelli chiediamo di intervenire intanto sul controllo efficace e continuo della sosta abusiva: che fine ha fatto il sistema street controlassegnato in dotazione alla polizia locale?

A chi, a cosa è dovuta la prassi di tolleranza della polizia locale, in quella come in altre vie, di questo malcostume di sosta che mette in grave pericolo la sicurezza delle strade urbane?

Ricordiamo un fatto: nel novembre 2009 il vicesindaco Riccardo De Corato, appena subentrato nelle deleghe al traffico all’assessore Edoardo Croci, poco prima dimissionato dalla giunta Moratti, bloccò il piano delle corsie riservate presentato da Atm e accettato dall’assessore Croci. Fra le corsie in discussione vi era quella di via Solari, dove venne altresì sospeso ogni intervento di contravvenzione per le auto in sosta vietata, si dice sull’onda delle proteste dei residenti che volevano poter parcheggiare liberamente su strada.

A chi si giustifica per la sosta, magari con la scusa di fermarsi “solo un minutino”, giusto il tempo di un aperitivo, va ricordato che talvolta anche un minuto può essere fatale. Come pure va ricordato quanto prescrive l’art. 157, comma 7 del Codice della strada: “È fatto divieto a chiunque di aprire le porte di un veicolo, di discendere dallo stesso, nonché di lasciare aperte le porte, senza essersi assicurato che ciò non costituisca pericolo o intralcio per gli altri utenti della strada”. In tanti, troppi casi, aperture disinvolte delle portiere delle auto provocano conseguenze mortali.

Infine, occorre separare, quando possibile, dove possibile, i percorsi del tram, le cui possibilità di manovra sono essenzialmente limitate alla frenatura, facendo in modo che le corsie ad essi riservate siano effettivamente protette e fatte rispettare.

Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)



IMPORTANTE DA SAPERE: "IL NUMERO ICE"


Leggendo il blog di un amico ho trovato questa iniziativa del

personale di soccorso, che credo sia diffondere e divulgare,

sopratutto per noi ciclisti che a volte potremmo trovarci in

difficoltà ed avere bisogno. Riporto quì di seguito in versione

integrale il post che ho letto nella speranza sia preso in

mera considerazione:




attenzione Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali, anche pubblicandolo sul vostro blog






Bravi un'ottima idea che speriamo di non dover mai

domenica 12 febbraio 2012

I ciclisti della Fao denunciano Roma

Sono 300, molti stranieri e molto arrabbiati. Sono i dipendenti della Fao di Roma, riniti nell'associazione Cycom, che hanno deciso di mettere in mora l'amministrazione comunale per quello che non fà a favore della bicicletta. A Settembre, in occassione della settimana per la mobilità sostenibile, hanno presentato una denuncia formale alla Procura della Repubblica per violazione della legge che impone di creare piste ciclabili ogni volta che si realizza una nuova strada o se ne risistema una già esistente. Senza seguito fanno sapere i ciclisti della Fao, e anche l'obbligo di legge di "destinare, in misura non inferiore al 20%, i proventi delle sanzioni amministrative alla realizzazione di interventi in favore della mobilità ciclistica". L'iniziativa è stata appoggiata anche dalle associazioni ciclistiche romane e dai frequentatori internazionali del blog che Cycom ha messo in rete e che regala un'immaggine non prorpio idilliaca per quanto riguarda la mobilità sostenibile non solo di Roma.

Da BC numero 5

sabato 11 febbraio 2012

TEKNO BICI: Ma servono davvero le norme per i ciclisti?

TEKNO BICI: Ma servono davvero le norme per i ciclisti?: Ultimamente siamo sempre lì a pretendere i diritti per tutti coloro che vanno in bici. Sembra quasi pretendere, un volere, un comportament...

Ma servono davvero le norme per i ciclisti?

Ultimamente siamo sempre lì a pretendere i diritti per tutti coloro che vanno in bici. Sembra quasi pretendere, un volere, un comportamento obbligatoriamente rispettoso. Dimentichiamo però che spesso si rischia di cadere nella situazione dove l'avere deve corrispondere a un dare. Sono dell'opinione che questo favoloso mezzo ci ha sempre accompagnato nella vita, fin dalla tenera età, i ricordi dei genitori di quando ci hanno staccato, una alla volta, le rotelle dovrebbero essere ancora vivi dentro di noi. Insegnamenti di rispetto della posizione sulla strada, delle macchine che circolavano sulla strada, dell'attenzione nell'attraversare gli incroci e guardare sempre a destra e sinistra prima di attraversare la strada. Mi ricordo che l'insegnamento principale dei miei era quello di mettere sempre del buon senso quando ero in giro. Il buon senso corrisponde alla salvaguardia dell'individuo nel rispetto degli altri. Questo concetto sembra, oggi, completamente svanito. Spesso chi và in bici, sono persone che guidano che non  mettono assolutamente buon senso: ho la precedenza e passo io poi se ti vengo addosso e sfascio la macchina pazienza!!! Allucinante!! Dimenticavo che ci sono le assicurazioni e i risarcimenti!! Allucinante!!! Andare in bici è libertà, rispetto e buon senso. Spesso lasciare attraversare una persona, far passare una macchina o aiutare un altro ciclista in difficoltà, oltre ad essere un grosso segno di civiltà intellettuale fà anche molto bene allo spirito. Non abbiamo bisgno di leggi per tutelarci, noi ciclisti sappiamo come comportarci e come tutelarci, chi ha sempre vissuto la bicicletta sà mettere il buon senso intellettuale nel rispetto della strada e del nostro mezzo.

lunedì 6 febbraio 2012

L'autonomia comincia dal traggitto casa- scuola

La bici è il mezzo preferito dai bambini per andare a scuola. Non solo. Una maggiore autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini dai sette ai quattordici anni, da casa  alla propria aula, ma anche per andare dagli amichetti nel pomeriggio,fa anche bene. Se ci si abitua ad andare a scuola da soli, a piedi, con i mezzi pubblici o in bicicletta, si impara a orientarsi, a conoscere il prorpio quartiere, a migliorare  la propria rlazione con il territorio. Sono alcuni risulatati di una ricerca internazionale.La mobilità autonoma come aspetto critico dello sviluppo e della qualità della vita dei bambini, condotto nel 2010 dai 16 Paesi partner. Per l'Italia se ne sono occupati al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Per capire le abitudini negli spostamenti quotidiani, i riceratori hanno svolto un'indagine su un campione di 1800 bambini e preadolescenti e sui loro genitori residenti in cinque tipologie di centri abitati: Roma, Bari, Guidonia Montecelio (Roma), Desio e Mesinto (Milano). L'automobile è il mezzo più utilizzato dalle famiglie per portare i figli a scuola (63,8 per cento): I rischi che comportano il muoversi a piedi o in bici, i livelli di inquinamento  fuori controllo e anche l'imossibiità di accedere autonomamente agli spazi della città hanno causato una profonda modifica dello stile di vita dei bambini che hanno visto ridursi la loro autonomia di movimento.Anche se le loro preferenze e i loro desiderivanno decisamente in un'altra direzione. La maggiranza degli iscritti alla primaria sceglierebbe la bicicletta (49,2 %) nel percorso casa-scuola-casa. Mentre i ragazzini della secondaria si sono divisi tra chi vorrebbe andare verso l'aula a piedi (27,8 %) chi pedalando (24,2 %) e chi in motorino (29 %). Un risultato significativo, dicono i ricercatori, di un desiderio di maggiore autonomia rispetto ai vincoli imposti dai genitori. Autonomia che se incentivata, consentirebbe di abbassare il preoccupante numero dei bambini in sovrappeso e addetti da malattie respiratorie.
Ma sopratutto di combattere fragilità e dipendenza da mamma e papà.

sabato 4 febbraio 2012

TEKNO BICI: La preoccupazione dell'ecosistema dell'isola del G...

TEKNO BICI: La preoccupazione dell'ecosistema dell'isola del G...: Da quando la Costa Concordia si è incagliata, una delle preoccupazioni per l'ambiente marino dell'isola del Giglio è stato altissimo, al d...

La preoccupazione dell'ecosistema dell'isola del Giglio

Da quando la Costa Concordia si è incagliata, una delle preoccupazioni per l'ambiente marino dell'isola del Giglio è stato altissimo, al di là dell'evento di per sè. Preoccupazione è condivisibile visto i carburanti contenuti nei serbatoi, gli oli del motore e di tutte le apparecchiature elettroniche rimaste in ammollo. Ecco allora messe delle barriere filtranti per contenere il peggio. Mi domando perchè se un bisonte del mare si arena ci si preoccupa mentre durante l'anno nel quotidiano e nella vita di tutti i giorni nessuno si pone il problema del nostro ecosistema. Pensando agli oli motore che finiscono nelle acque contaminando le acque e l'ecosistema, soffermiamoci su tette le auto e tutti i mezzi a motore che versano sull'asfalto quelle goccioline nere che poi saranno lavate dalle pioggie per finire nei fiumi e nei mari. Cambiamo i copertoni consumati senza mai domandarci dove finisce la polvere del consumo dei nostri pneumatici, sostanzialmente in gomma sicuramente non biodegradabile. Non rinunciamo alle nostre comodità, ormai sono entrate nel nostro ciclo vitale alle quali non vogliamo rinunciare, però ci preoccupiamo dell'inquinamento atmosferico che creano non tanto per una questione di rispetto nei confronti della natura tanto per lavarci la coscienza per i nostri figli.
Fermandoci a riflettere ci rendiamo conto che tutti i giorni le schifezze che la Concordia stà perdendo in mare noi le sversiamo nella'ambiente e nel mare tutti i giorni. Ognuno di noi perde la sua goccia d'olio che arriverà nel mare, senza però che ci siano le panne di filtraggio a pulire le acque.
Mettere sulla nostra bici la targhetta con la scritta "NO OIL"  è sicuramente una forma di protesta e di tutela del nostro ambiente che possono vedere tutti coloro che incrociano la nostre bici.
Non aspettiamo che uno Schettino faccia un'inchino per preoccuparci dell'ambiente.